In un momento di pace per Narnia, i due amici Shift e Puzzle, il primo un furbo scimmione, il secondo un asino ingenuo e credulone, trovano la pelle di un leone e Shift ne fa un costume perché l’asino lo indossi. Il suo intento è quello di far passare l’asino per Aslan. Puzzle non vuole collaborare a quel progetto. Alla fine acconsente. Cede, infatti, alle ingannevoli assicurazioni dello scimmione il quale dà ad intendere che quello è un modo per poter fare del bene a Narnia e che Aslan stesso in fondo è d’accordo.
Poche settimane dopo, Tirian, re di Narnia, e Diamante, il suo amico unicorno, apprende che Aslan è tornato. Riceve però la visita di un centauro che annuncia non il ritorno di Aslan, ma terribili eventi.
Improvvisamente, sopraggiunge una driade che annuncia un fatto assai grave: gli abitanti di Calormen stanno abbattendo gli alberi giganti di Narnia. Tirian e Diamante accorrono, cercando di fermarli, ma alla fine vengono catturati. Da voci lì raccolte apprendono l’incredibile notizia secondo cui era stato proprio Aslan a dare quel comando, intendendo poi vendere gli alberi proprio ai calormeniani. In realtà, dietro quell’operazione c’è proprio Shift che così non solo riesce a fare ciò che desidera, ma può anche giustificare il suo illecito arricchimento. Ogni notte, con la luce di un falò, Shift fa apparire Puzzle, travestito da leone. Questi non parla, evita addirittura di far cenni. Andato via Puzzle, Shift, facendosi suo portavoce, con argomentazioni subdole e mendaci fa credere a tutti che quello era proprio Aslan, il loro dio. I narniani sono scettici, increduli. Pensano infatti che l’ordine di vendere alberi e animali come schiavi proprio ai calormeniani non può averlo dato Aslan, da sempre loro protettore. Il dio dei calormeniani non è certo Aslan ma Tash, un dio con la testa di un uccello. Shift insiste e tenta addirittura di far credere che Aslan è in realtà il potente Tash, il dio dei calormeniani.
Tirian non condivide queste falsità. Si oppone apertamente e Shift lo colpisce facendolo svenire. Lo lega poi ad un albero e così passa tutta la notte. Chiede ad Aslan di venirgli incontro mandando i ragazzi “dall’altro mondo”. In sogno vede Peter, Edmund, Lucy, Polly, Digory, Jill ed Eustachio che lo riconoscono come un cittadino di Narnia. Tirian non è in grado di parlare e quindi chiedere il loro aiuto. Si sveglia e accanto a lui vede: Jill Pole e Eustachio Clarence Scrubb, che liberano lui e anche Diamante. Jill, nella stalla, trova Puzzle travestito da leone e così scopre la macchinazione di Shift. I ragazzi lo portano via Puzzle che dichiara il suo pentimento.
Intanto i calormeniani, con a capo il tarkaan Rishda ed il gorilla Shift, chiamano il loro dio “Tashlan”, intendendo con questa sintesi di nomi, dare a Narnia e a Calormen un’unica divinità. Quella decisione costa poco a Rishda e a Shift giacché non credono né in Aslan né in Tash.
Tirian e gli altri si accorgono che i calormeniani stanno portando via, insieme agli alberi e agli animali, anche gli gnomi per farli schiavi nelle miniere del malvagio re di Calormen, Tisroc. Aggrediscono i calormeniani per liberare gli gnomi, che inaspettatamente, dichiarano la loro neutralità, affermando in capo a loro ogni autorità. Solo lo gnomo Poggin si unisce al gruppo di Tirian, riconoscendo il re e l’autorità di Aslan.
Si sente nell’aria un terribile odore di morte. È il segnale che Tash è giunto a Narnia, invocato da Rishda. Nel frattempo, il gatto Ginger complotta con Rishda contro Shift.
Tirian e gli altri decidono di smascherare costui comunicando che è stato Puzzle a presentarsi nelle vesti di Aslan, indossando una pelle di leone. Ma Shift li prende in contropiede. Tenta infatti di allarmare i narniani sostenendo che, per via di un asino mascheratosi da leone, Aslan non vuole farsi più vedere da loro.
Essi però insistono a voler vedere Aslan e Shift non sa cosa fare. Orchestra allora un altro inganno: chi vuole vedere Aslan deve avere il coraggio di incontrarlo da solo in una stalla.
Ad aspettarli, all’interno, c’è invece un soldato con l’ordine di uccidere chiunque entri eccetto il gatto Ginger.
Emeth, un coraggioso soldato di Calormen, chiede di entrare nella stalla: egli, afferma il soldato, ha servito fedelmente Tash per tutta la vita ed ora, con tutto il cuore, vuole incontrarlo. Rishda non vuole lasciarlo andare perché sa che verrà ucciso. Non riesce però a trattenerlo. Dopo pochi minuti, la porta si apre e un soldato cade a terra, ferito a morte. Rishda, mentendo, dice a tutti che si tratta di Emeth. Sa che il soldato ucciso è quello che stava nascosto dentro la stalla col compito di uccidere.
I calormeniani si convincono così che Tash esiste veramente e cominciano a spingere gli animali verso la stalla per offrirli come sacrifici viventi. Tirian e suoi compagni corrono a proteggere i narniani e così scoppia l’ultima battaglia di Narnia. Tirian spinge Shift dentro la stalla dove si dissolve nel nulla, sparendo.
Tirian affronta, in un duello all’ultimo sangue, il tarkaan Rishda che lo spinge verso la stalla. Entrambi oltrepassano la soglia della porta. Tirian vede allora l’immagine di Tash che dice a Rishda, “Sei stato tu a chiamarmi a Narnia, Rishda? Cosa devi dirmi?”[1] Ma ad alta voce Peter esclama: “Torna da dove sei venuto, mostro, e porta con te la tua preda: in nome di Aslan e del grande padre di Aslan, l’Imperatore d’Oltremare.”[2] Tash e Rishda spariscono, e Tirian si trova tra i setti amici di Narnia, ora tutti presenti in quella che non è più una stalla, ma un posto meraviglioso. Shift, dentro la stalla, viene aggredito da Tash che per punirlo lo divora.
Per magia, la stalla è un passaggio verso l’aldilà, dove non tutti sono ammessi. I ragazzi sono in paradiso, ma agli gnomi non è riconosciuta questa possibilità. Quella stalla continua ad essere per loro un luogo sporco e buio e ciò a causa del loro rifiuto di credere. Gli gnomi quindi non vedono intorno il paradiso, ma solo tenebre. Improvvisamente appare Aslan, e Lucy, mossa a compassione, chiede venga in loro aiuto. Il leone rivela che nulla egli può, giacché sono proprio gli stessi che hanno liberamente scelto di non credere. Pur tuttavia cerca di parlare loro, ma essi, anziché le parole di Aslan, avvertono soltanto strani rumori.
I ragazzi capiscono di essere giunti alla fine del mondo di Narnia. Tutti gli animali e gli altri esseri viventi passano per la porta e guardano Aslan in viso. Chi crede in lui va alla sua destra pieno di gioia, chi non lo accetta va alla sua sinistra, dentro la sua stessa ombra, pieno di odio.
Le stelle cadono, il sole finisce di splendere e la notte scende su Narnia. Peter chiude la porta e Aslan invita loro ad entrare più in dentro e più in alto nel suo paradiso. Incontrano quindi vari amici, vecchi e nuovi, compresi Puzzle ed Emeth, il soldato calormeniano. Tra gli altri c’è anche il topo Ricipì e tanti altri personaggi del passato di Narnia.
Giunti in cima alla terra di Aslan, questi spiega loro che in realtà quella è sempre stata la vera Narnia. Il mondo di Narnia che avevano conosciuto prima era solo un’ombra (Shadowlands) della vera terra di Aslan.[1] Clive Staples LEWIS, L’ultima battaglia, Milano, Mondadori, 2001, 108.
[2] LEWIS, L’ultima battaglia, 109.