Lewis è uomo di pietà. Dopo la sua conversione egli comincia a vivere una vita di preghiera devota e costante. Partecipa regolarmente alle funzioni della sua parrocchia,
Il libro, fu scritto durante l’autunno del 1957 e pubblicato nel settembre del 1958, ed il mese successivo alla pubblicazione, l’Arcivescovo di Canterbury invita Lewis a diventare membro della “Commissione per la revisione dei Salmi”.[1]
Reflection on psalms consta di dodici capitoli in cui l’autore si esprime non come in un testo accademico, ma come un credente che si rivolge ad altri credenti, parlando delle luci e dei punti più oscuri trovati nella lettura degli stessi salmi. Non pretende quindi di essere un esperto di Bibbia. Sottolinea invece il carattere più devozionale e certamente meno scientifico del suo lavoro, un lavoro che mette a disposizione di altri che, per la prima volta, ad esso si accostano come a vere e proprie poesie scritte per essere cantate dinanzi al Signore.[2]
[1] Cf. HOOPER, C. S. Lewis, 357-358.
[2] Cf. Clive Staples LEWIS, Reflections on the Psalms,