Con questa serie di libri, Lewis dimostra il suo interesse per la fantascienza. Fin dalla sua infanzia egli aveva letto autori come Herbert George Wells e Jules Verne. Alla sola età di sette anni, Lewis scrisse una storia dal titolo To Mars and back. All’età di undici anni, i fratelli Lewis ricevettero in regalo un telescopio che aumentò a dismisura il loro interesse per i corpi celesti.[1]
Ci furono anche altri autori minori che lo influenzarono, come David Lindsay con Voyage to Arcturus, un libro del 1935, Olaf Stapledon con Last and first men, del 1930 ed infine un elaborato del 1927 di J. B. S. Haldane dal titolo Possibile worlds. Lewis non condivideva il loro modo di fare fantascienza e per questo si sentì motivato a crearne una per conto suo, ma con la caratteristica di immaginare avventure di tipo spirituale.[1] Cf. HOOPER, C. S. Lewis, 205.